La scomparsa del prof. Giorgio Maltoni, avvenuta l’8 ottobre 2019, ha rappresentato una perdita non solo per tutto il comparto sanitario forlivese, ma anche per il mondo del volontariato cittadino a cui egli ha sempre offerto il suo prezioso contributo.

Per tutti il Professor Maltoni

Giorgio Maltoni, per tutti il “professor Maltoni”, era nato il 4 marzo 1927 a Forlì. Dopo avere frequentato il liceo classico, si era laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Chirurgia generale presso l’Ateneo di Bologna. Nell’ambiente universitario incontrò la ragazza che sarebbe diventata sua moglie, Alessandra Bisori, da cui ebbe Marco, suo unico figlio, che, medico anch’egli, è attualmente direttore dell’Unità Operativa Cure Palliative dell’Ausl Romagna Ospedale di Forlì.

Gli Studi

Giorgio Maltoni entrò in seguito a far parte dell’equipe del reparto di Chirurgia e del nuovo reparto di Urologia dell’Ospedale G.B.Morgagni di Forlì allora diretto dal prof. Mario Loreti, suo maestro. Proseguì poi gli studi presso la Scuola di
Specializzazione di Urologia dell’Università di Firenze sotto la guida del prof. Alfiero
Costantini fino al conseguimento della specialità e successivamente della Libera Docenza.

La Professione

Nel 1968 all’Ospedale di Forlì nacque il Reparto di Urologia, primo in Romagna, di cui era primario il prof. Mario Loreti. Nel 1969, alla scomparsa improvvisa di quest’ultimo, Giorgio Maltoni successe al suo maestro nella direzione del reparto che guidò fino al 1996 dimostrando capacità straordinarie di medico-chirurgo sostenute da acuta intelligenza, da costante dedizione, da preparazione scrupolosa, da aggiornamento continuo e da profonde doti umane riconosciute da tutti. L’alta professionalità e la competenza scientifica hanno fatto di lui un vero punto di riferimento per i medici della nostra Città, della Regione e non solo.

Nel Volontariato

Impegnato da subito anche nel volontariato, Il prof.Maltoni fu presidente della Sezione AVIS
di Forlì dal 1972 al 1996 ed instancabile promotore delle sezioni della medesima distribuite nell’entroterra, mantenendo vivo nel tempo il suo impegno nell’associazione di cui è stato
nominato presidente onorario.
Il 17 maggio 1976 fu uno dei fondatori della Sezione forlivese dell’AIDO “Claudio Matteucci” di cui fu il primo presidente, in carica per successivi diversi mandati.

In AIDO

Il professore ha certamente avuto un ruolo chiave nella sua duplice veste di volontario AIDO e professionista della sanità, impegnato nella promozione e nella diffusione della cultura del dono degli organi, una sensibilità che Maltoni, prima di altri, ha maturato interiormente e promosso con grande convinzione all’interno della comunità forlivese.

Per i grandi meriti professionali e di
volontariato fu insignito dell’Onoroficenza di Commendatore della Repubblica Italiana. Nel
1968 si inserì nel Rotary Club presentato dal Prof. Mario Loreti, in quell’anno presidente del club. Ne fu a sua volta presidente nell’anno 1980-81, continuandone la frequentazione con grande assiduità e collaborazione tanto che recentemente ha ricevuto l’encomio del presidente internazionale Barry Rassin per i 50 anni di appartenenza.
Il prof.Maltoni è stato anche membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Carisp di Forlì.

Ricordiamo il Professor Giorgio Maltoni

Coloro che hanno condiviso con lui l’impegno in AIDO lo ricordano come un uomo ricco di
grande umanità, con la capacità di valorizzare ogni persona e di farla sentire unica e insostituibile, doti che lo hanno reso per lunghissimi anni un saldo punto di riferimento per l’associazionismo e il volontariato. Dedito in primo luogo alla sua famiglia, infaticabile, autorevole ed affidabile nel lavoro, generoso nel prodigarsi per la realizzazione di un ideale
orientato ad aiutare il prossimo, il suo è stato vero e proprio impegno civico, portato avanti
con approccio educativo e grande capacità organizzativa.

Grazie all’instancabile azione del prof. Maltoni, la cultura del Dono ha messo stabili radici nel nostro territorio, diffusa dall’attività di AIDO attraverso uno sviluppo associativo sempre più ampio e consolidato.

Presidente AIDO Forlì

Il professore curava molto anche l’aspetto della gratitudine nei confronti dei donatori: negli anni ‘90 organizzava, in qualità di presidente di AIDO, un evento biennale che si svolgeva presso Villa Prati di Bertinoro, dove invitava, oltre alle autorità locali, i famigliari dei donatori di organi e regalava loro un ricordo in memoria dei propri congiunti scomparsi con l’obiettivo di esprimere gratitudine nei confronti di chi aveva fatto la scelta della donazione.

Il prof. Maltoni era molto gentile, attento alle persone che trattava con grande cordialità ed
era sempre disponibile, premuroso ed affettuoso nei confronti dei volontari che
collaboravano con lui.
Nella sezione AIDO di Forlì ha lasciato un grande incolmabile vuoto. Nei giorni di apertura dell’ufficio arrivava con la sua borsa piena di avvisi, fotocopie, bozze di articoli del giornalino che scriveva personalmente: sempre sereno, disponibile, paziente e sorridente.

La sua presenza autorevole e rassicurante era di incoraggiamento a tutti in un cammino in cui l’impegno vissuto nella gratuità era, secondo lui, indispensabile a garantire una speranza di vita a tanti e la certezza di non essere soli a chi, in un percorso di sofferenza, trascorreva il suo tempo in attesa di un trapianto. La sua generosità umana e la sua cordialità si esprimevano anche nei rapporti di amicizia costruita nel tempo con i suoi pazienti.

Presente in tutte le attività

Durante i banchetti AIDO organizzati in varie occasioni, era consuetudine vedere il professore salutare con affetto molte persone a lui legate da una sincera amicizia. Un amicizia nata in seguito ad un percorso terapeutico che lui aveva contribuito a risolvere con la sua professionalità.

Il prof. Maltoni era un uomo generoso, buono e umile che aveva fatto della “cultura del Dono” un suo stile di vita a cui è rimasto fedele fino alla fine.

I volontari di AIDO del Gruppo Intercomunale di Forlì lo ricorderanno sempre con grande
affetto e profonda gratitudine per avere insegnato loro tanto, per avere lasciato nella
sezione una preziosa eredità di dedizione disinteressata che continua ad essere la base
dell’impegno di ognuno ed occasione di crescita per tutti.